Situato al piano attico di un palazzo storico al centro di Roma – tutelato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Architettonici – questo appartamento gode di due viste uniche sul panorama romano: il primissimo piano della cupola del Pantheon e lo scorcio sulla lanterna della chiesa di S.Ivo alla Sapienza, capolavoro del Borromini.
Realizzato in stretta collaborazione con l’arch. Piermarino Cella, il progetto originario, accolto entusiasticamente dal proprietario, puntava al ripristino degli elementi originari tipici della tecnica costruttiva romana con un intervento delicato, realizzato quasi a secco e di impatto praticamente nullo sulle strutture.
A partire dalla zona giorno, un’unica contro-parete attrezzata si “srotola” lungo tutti gli ambienti di rappresentanza accogliendo funzioni, elementi decorativi, arredi fissi e soluzioni tecnologiche.
Il disegno della parete, l’alternanza di vuoti e pieni delle nicchie, la presenza di scanalature ed inserti di materiali diversi, l’utilizzo scenografico delle luci, armonizzano gli elementi funzionali e storici esistenti con la voglia del cliente di dare un’importante collocazione alla sua collezione d’arte.
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Nella zona giorno la contro-parete, discostandosi in maniera asimmetrica dalle pareti di fondo, accoglie la cucina con le sue dotazioni disegnando le quinte per un soggiorno-pranzo rivolto verso la terrazza principale, con la sua vista borrominiana, e in naturale continuità con questa.
Lungo il corridoio, la parete si trasforma in superficie espositiva, in cui i pannelli delle porte si alternano a nicchie che lasciano a vista il laterizio originario, restaurato.Dal corridoio la parete attrezzata entra nello studio disegnando librerie, armadi a muro e nicchie, e abbraccia l’ambiente proiettandolo verso il panorama unico offerto dalla vista del Pantheon.
La parete “grassa” costituiva il tema portante dell’appartamento: da un lato ottimizza l’intervento di restauro e consolidamento degli elementi originari più compromessi; dall’altro risolve con un unico gesto progettuale il rapporto spaziale tra i vari ambienti, e l’inserimento delle dotazioni funzionali e tecnologiche.
Si restituiva così un’immagine dinamica, elegante e leggera ad uno spazio abitativo di grande pregio, instaurando un dialogo stretto tra gli elementi figurativi e storici presenti e le funzioni dell’abitare contemporaneo, anche ottimizzando lo spazio utile proprio dove il costo al mq di un abitazione è elevatissimo.
All’apertura del cantiere, anche spossato dalla lunghissima attesa amministrativa, il proprietario ha improvvisamente deciso di rinunciare al progetto iniziale proponendo invece un ripristino dello status quo dell’abitazione che affidasse al solo arredamento il compito di ridefinire l’immagine complessiva degli spazi risanati.
L’intervento si è quindi concentrato sull’obiettivo di restituire carattere agli ambienti interni valorizzandone gli elementi esistenti: il restauro dei tetti originari, in legno e pianelle di laterizio, il consolidamento dei solai, il recupero del pavimento originale del ’400 a spina di pesce e la sostituzione dei pavimenti non di pregio con un parquet in rovere antichizzato, il consolidamento delle murature, in parte restaurate e portate a vista , e in parte finite a “tonachino”, la sostituzione di tutti gli infissi, interni ed esterni, con altri nuovi realizzati in falegnameria secondo le tipologie esistenti – sono stati i passi attenti che hanno restituito agli ambienti un carattere ed un’atmosfera davvero particolari.
L’appartamento si è trasformato così in una sorta di diario di viaggio in cui il proprietario ha raccolto e continuerà a raccogliere mobili di antiquariato, oggetti di artigianato, soluzioni di arredo tipiche delle diverse regioni che percorre nei suoi numerosi viaggi in Italia e intorno al mondo.
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